Anch’io sono cattolico e spiego perché voterò Neri.

Ci sono momenti nella vita di ciascuno di noi, in cui è necessario fare delle scelte. Così dopo aver analizzato in profondità la situazione che ci ha visto protagonisti, facciamo passare davanti ai nostri occhi, come un film, tutta la sequenza delle fasi che hanno contraddistinto e dato significato al tempo trascorso. E’ proprio in questi momenti che la mente lascia più spazio al cuore. E’ proprio in quei momenti che l’analisi arida e asettica fatta di attese, speranze, critiche e giudizi, si sublima nel proiettare in avanti l’effetto della propria scelta,della propria decisione responsabile e strettamente personale. Come cattolico questi aspetti forse sono meno secondari che per altri, così in vista della scelta del nuovo sindaco, affiora questo richiamo al senso del dovere, al senso del meglio possibile, al buon senso di chi prova ad andare oltre il proprio spirito critico e la propria insoddisfazione. Nella situazione attuale, difficile da comprendere se non in un’ottica personalistica e caratteriale appunto, il cittadino affezionato alla propria città, è chiamato a guardare avanti superando le proprie barriere personali, nella convinzione di compiere il gesto migliore possibile in questo momento: scegliere ciò che è meglio anche per gli altri e non solo per sè. Così appare più semplice distinguere fra i due candidati Neri e Pucci, quale può essere più rappresentativo ed utile per la città, in questa delicata situazione. L’attività dell’ultima amministrazione è stata segnata da una situazione bloccata per i disagi interni alla stessa maggioranza. Il capro espiatorio è il sindaco, che si trova a pagare in prima persona, anche la sua estremizzata coerenza nel mantenere fede agli impegni sottoscritti con gli alleati. La sua scelta ora di voler completare i lavori già iniziati, la volontà di onorare un “patto” di coinvolgimento con tutti i cittadini, la maggior omogeneità rappresentata dai suoi sostenitori, fa presupporre una possibile attività amministrativa sgravata dai compromessi, dalle spinte centrifughe e responsabilmente libera da ogni egemonia.  Dalla parte di Pucci invece, si fa luce ora un’ aggregazione, che assume sempre più una connotazione “anti Neri”. Sia pur nel rispetto delle persone in essa coinvolte, cui deve andare comunque stima e gratitudine per l’impegno profuso nell’interesse di tutti, la compagine appare troppo frastagliata, identificata da un cumulo di numeri di eterogenea fisionomia, per certi versi contraddittoria e antagonista, che alla luce proprio della passata esperienza, finirebbe per originare un’ attività politica arida e atrofizzata, già bloccata in partenza, senza possibilità di prospettive di lungo respiro. Da notare anche che tale coalizione è sostenuta dall’ aggregazione politica della Sinistra Arcobaleno che, nelle appena trascorse consultazioni politiche, è stata sonoramente bocciata dalla volontà popolare, a dimostrazione della sua scarsa incisività, negli anni trascorsi, nell’ essere interprete delle urgenti esigenze di sviluppo del Paese. E quindi mi chiedo:  Che senso avrebbe quindi votare per un sindaco già frutto di lacerazioni, rivalità e di tensioni? Allora, sia come cittadino che come cattolico responsabile nelle scelte difficili, mi sento di dover dare più fiducia ad una coalizione che, al momento, lascia supporre maggior coesione, concretezza e pragmatismo nella risoluzione dei problemi. Mosso anche dalla convinzione che l’ottimo non può mai essere nemico del buono e Neri in questo momento può ancora rappresentare il “buono”.

Roberto Benatti