Nell'ambito del Piano di indirizzo generale integrato, che detta le linee guida in materia di Diritto allo studio conformemente a quanto previsto dall’art. 31, L.R 32/2002 – T.U. su educazione, istruzione, orientamento, formazione professionale e lavoro, il Comune di Massa ha volto la sua attenzione ai Piani Integrati di Area (Pia) e ad una serie di interventi attuativi, riguardanti Progetti didattici e formativi (P.D.F.) rivolti agli alunni delle scuole materne, elementari, medie e superiori del territorio. Il P.I.A. ha visto per la prima volta coinvolte e raggruppate diverse istituzioni: l'ASL n.1, il Comune di Massa e le rappresentanze scolastiche, attivando uno screening per la prevenzione dei disturbi dell'apprendimento in ambito scolastico e uno sportello di sostegno psicologico.I P.D.F. per l’anno scolastico 2007-08,sono stati realizzati in collaborazione con le associazioni ed esperti professionisti locali con l’attivazione di corsi di educazione ambientale, di educazione permanente, laboratori educativi ed interventi pedagogici.  Dai riscontri positivi ottenuti, è auspicabile che anche la nuova  Amministrazione Comunale, intenda continuare in questa direzione avvalendosi dell’esperienza già maturata in questo settore così importante. Al di là dei proponimenti e delle aspettative, “a monte” dei Progetti, è interessante dare uno sguardo “dentro” l’esperienza vissuta, per verificare i risultati dalla parte di chi ha offerto questo servizio in prima persona. Abbiamo chiesto un contributo in tal senso, alla D.ssa Ilaria Nicolini, pedagogista (iscritta all’albo Professionale Interno della Professione di Pedagogista dell’ANPE – Ass. Naz. Pedagogisti Italiani) ed esperta consulente di orientamento. Ha lavorato e lavora come libero professionista nell’ambito dell’orientamento scolastico-professionale in scuole secondarie superiori ed inferiori, della formazione professionale, dell’istruzione, dell’educazione degli adulti e nel settore dell’ handicap. Abbiamo rivolto ad Ilaria Nicolini le seguenti domande:

-Quali le caratteristiche e gli obiettivi del progetto che l’hanno vista impegnata? Il progetto ha previsto l’attivazione di uno sportello di ascolto e consulenza all’interno delle scuole medie inferiori del Comune di Massa finalizzato a prevenire i fenomeni della dispersione scolastica e del disagio giovanile sperimentando forme di sostegno pedagogico alle famiglie. Nello specifico, l’obiettivo era quello di  fornire ascolto e accoglienza a studenti, genitori ed insegnanti per le problematiche relazionali, di crescita e di apprendimento.

-Come mai ha pensato di calare l’intervento nella realtà della scuola media inferiore? Da più parti si evidenzia come il problema della dispersione scolastica nelle scuole superiori abbia le sue radici nell’emergere del disagio scolastico nella scuola secondaria di primo livello evidenziando l’importanza di un’azione tempestiva nella prevenzione e di un raccordo tra i due ordini di scuola.

-Quali sono state le scuole coinvolte in questo progetto? Con quali modalità?  Hanno aderito al progetto: la Don Milani, la Parini e la Malaspina-Staffetti. I tempi e le modalità di realizzazione del servizio offerto sono stati diversi. Su suggerimento e grazie alla gentile collaborazione dei dirigenti scolastici S. Gianfranceschi, M. Bertagna, I. Cimoli, presso la Don Milani e la Parini sono stati attivati sportelli di consulenza pedagogica ed è stato realizzato un percorso formativo per genitori; la scuola Malaspina-Staffetti, invece, ha visto l’attuarsi di un percorso di orientamento narrativo rivolto agli alunni di 4 classi prime e di uno sportello di consulenza pedagogica per genitori e studenti.

-Perché uno sportello di ascolto pedagogico? Tale scelta permette di riconoscere la scuola innanzitutto come luogo privilegiato di incontro tra famiglie e istituzioni, punto di riferimento per ragazzi/e e famiglie. Alla base vi è l’importanza di recuperare il significato della parola “EDUCARE” (tirare fuori e guidare). Ricerche e fatti di cronaca ci informano di un aumento dell’aggressività, del fenomeno del bullismo,della necessità di migliorare la comunicazione in famiglia. Oggi poi si rilevano uscite dall’obbligo scolastico, carenze nelle abilità di base linguistico e logico-matematiche,e tutto ciò induce a parlare di una vera e propria emergenza educativa. Per questi motivi, oggi, il ruolo del pedagogista, quale esperto multidisciplinare (in pedagogia,sociologia,filosofia,ecc),può aiutare a prevenire, a comprendere gli atteggiamenti giovanili, nonché  a definire idonee strategie educative e didattiche tese alla soluzione di tali problematiche.

-Lei ha detto sopra che in alcune scuole si sono realizzati percorsi formativi per genitori oltre che uno sportello di ascolto individuale. Può spiegarci? La crescente complessità della vita sociale rende molto difficile oggi il “mestiere” di genitore. Le scuole in questione hanno offerto la possibilità di uno spazio di confronto e di approfondimento sui metodi educativi adottati nell’ottica di valorizzare al meglio le proprie risorse personali con la finalità generale di sostenere, stimolare e orientare i genitori nel loro ruolo di “adulto educante”. Credo che per aiutare i ragazzi, si debbano prima sostenere i loro genitori. Stili educativi errati spesso sono la causa di tante  difficoltà dei giovani di oggi.

-Cosa chiedono i genitori quando si rivolgono a lei? Esprimono il bisogno di essere sostenuti e orientati nel loro ruolo genitoriale e chiedono la possibilità di uno spazio di riflessione rispetto al loro agire educativo quotidiano.

-Che fare per prevenire disagio e fallimenti? Cosa significa oggi, allora, parlare di educazione? Si potrebbe prevedere  un intervento di rete tra la scuola e la famiglia, nonché tra i servizi educativi territoriali, oratori e associazioni sportive, facendo partecipi del processo i ragazzi stessi. Solo attraverso nuove forme di collaborazione attiva tra le agenzie educative è possibile prevenire il disagio. I ragazzi hanno sì necessità di essere compresi e ascoltati nei loro bisogni ma anche di trovare guide nei genitori ed insegnanti, che li aiutino ad accettare la realtà senza rinunciare alla fantasia e alla creatività.

-Visto che si parla di stili educativi errati e di prevenzione, non sarebbe forse utile rivolgere questo tipo d’aiuto ai genitori sin dalla scuola dell’infanzia? Ha ragione, infatti, è importante creare la consapevolezza dell’importanza di un intervento precoce. Ai genitori è richiesta una presa di coscienza delle proprie responsabilità educative sin dai primi mesi di vita del proprio figlio. A tal proposito il Comune di Massa, agli inizi dell’anno in corso, ha accolto anche la mia proposta progettuale di un intervento sperimentale rivolto ai genitori degli asili nido comunali che mi ha visto coinvolta.

Roberto Benatti