Disoccupazione e smaltimento rifiuti sono questioni interconnesse?
Nell’ultima seduta del Consiglio Comunale di Massa, il 27 Febbraio scorso, è stata approvata con atto n.13, l’adozione della parziale variante al vigente P.R.G. del C.Z.I.A. (Consorzio Zona Industriale Apuana),finalizzata alla realizzazione di un impianto di produzione di combustibile da rifiuto (cdr) in area CERMEC. Nonostante gli obiettivi dati ai comuni toscani dalla Regione relativamente alla raccolta differenziata, con questa decisione il Comune di Massa pare muoversi nella direzione opposta. Il “bricchettaggio” infatti, cioè la preparazione di blocchetti contenenti la parte combustibile dei rifiuti solidi (carta, plastica, materia organica), è antitetico alla differenziazione dei rifiuti in quanto le “bricchette” sono destinate all’incenerimento. I molti cittadini che responsabilmente continuano da tempo, ad effettuare la raccolta differenziata, anziché essere premiati con una riduzione della TARSU, sono stati chiamati invece, a pagare una tassa maggiorata. Essi si chiedono ora se il loro contributo servirà ancora. Dai rapporti più recenti risulta che la percentuale di raccolta differenziata, nella nostra provincia, si attesta al di sotto del 25% (l’obiettivo per Massa sarebbe stato del 35%) e questo dato potrebbe anche non essere una casualità ma una volontà politica dettata dalla necessità di alimentare un impianto di lavorazione del rifiuto, come quello del C.E.R.M.E.C., che a questi scarsi livelli di differenziata lavora già al 50% delle sue potenzialità. Il Cermec SpA, si occupa delle attività e dei servizi relativi alla raccolta, trasporto, smaltimento, trattamento, stoccaggio e riciclaggio dei rifiuti urbani. Inoltre è produttore di un ammendante di qualità, il compost, ottenuto dalla lavorazione dei rifiuti organici domestici e vegetali. L’azienda realizzerà l’impianto di produzione di “cdr” recuperando le frazioni secche non riciclabili dei rifiuti urbani e degli speciali non pericolosi derivanti da attività artigianali e industriali. Per questo è stata costituita una società di scopo mista (pubblico-privata) denominata ErreErre Spa. Questo impianto alla fine, verrà a costare circa 15.000.000 di euro. Verrebbe da chiedersi se l’aumento della TARSU è finalizzato anche a questo scopo e se saranno i cittadini in fondo a contribuire per la realizzazione dell’impianto. L’altra domanda che legittimamente verrebbe da porsi sarebbe legata all’utilizzo delle “bricchette”. Quali impianti andranno ad alimentare? Quantunque opposta a quella della raccolta differenziata, la logica del recupero energetico, attraverso lo sfruttamento delle fonti rinnovabili, sarebbe in linea con quanto auspicato a tutti livelli istituzionali, ma in netta contrapposizione con quella parte di opinione pubblica tuttora ancorata alla politica del “no” a questo e “no” a quello”. L’impiego delle “biomasse” per alimentare centrali termoelettriche di “cogenerazione”, ossia per la produzione “combinata” di calore ed energia elettrica, rientra fra quelli più in uso. Ovviamente tali impianti possono funzionare utilizzando tipi diversi di combustibile, compreso il metano. A questo proposito,molto rumore è stato fatto dal 2002 ad oggi, intorno alla richiesta di costruzione di una centrale turbogas (cogeneratore) a metano, da 250 Megawatt elettrici (MWe) avanzata dalla Italcementi, e negata dalle Amministrazioni Pubbliche, forse anche intimidite dai “crucifige” gridati dagli ambientalisti. Dal punto di vista tecnico lo schema della centrale sarebbe ineccepibile: turbina a gas, caldaia a recupero,turbina a vapore, condensatore, generatore. Le emissioni gassose (azoto, ossigeno, anidride carbonica, vapor d'acqua, ossido di azoto e di carbonio, con emissione in quantità bassissima di questi ultimi grazie all'utilizzo di "bruciatori" di ultima generazione), sono convogliati e sfruttati per la produzione di vapore. Risultato: Energia elettrica e termica a basso costo per lo sviluppo industriale delle zone limitrofe. Ma al di là delle opinioni di carattere tecnico, il progetto sembra avere suscitato soprattutto un impatto psicologico notevole, in un territorio che ha abbattuto le ciminiere Farmoplant e quelle della cokeria, così l'idea di vedere risorgere una ciminiera ha suscitato qualche apprensione. Nei giorni scorsi purtroppo, è stata annunciata la chiusura della Italcementi e che 46 operai hanno già ricevuto la lettera di licenziamento. Le Istituzioni locali sono state chiamate a vagliare assieme all’azienda e ai sindacati, le possibili strade per salvaguardare l’occupazione. L'ipotesi di realizzare un termovalorizzatore nell'area che attualmente è occupata dal cementificio, è stata scartata dai delegati sindacali per il timore di problemi ambientali. Un progetto più appetibile, invece, a loro giudizio, è quello di una centrale a metano. «L'unica che si possa considerare accettabile in quell'area», sottolinea ancora la voce sindacale che aggiunge: «La centrale potrebbe ricollocare buona parte dei lavoratori della "Italcementi" senza creare rischi per l'ambiente. E’ auspicabile che passi la linea della responsabilità amministrativa che sappia coniugare con saggezza occupazione, ambiente e il rispetto del territorio. Se poi, dalle Amministrazioni Comunali venisse concessa questa autorizzazione, non solo verrebbe risolto un problema occupazionale ma forse, potrebbe anche essere sbloccato il progetto, giacente in qualche cassetto,che prevede la sostituzione delle centrali termiche obsolete, in uso negli edifici pubblici,con delle caldaie turbogas, in grado di generare calore ed energia elettrica da cui può derivare una sostanziale riduzione della spesa pubblica. Roberto Benatti
Glossario:
Per fonti rinnovabili possiamo intendere in generale: sole, vento, risorse idriche, risorse geotermiche, le maree, il moto ondoso, materiali e rifiuti organici o inorganici. Sono da considerarsi energie rinnovabili quelle forme di energia generate da fonti che per loro caratteristica intrinseca si rigenerano o non sono "esauribili" nella scala dei tempi "umani".
Il trattamento meccanico-biologico (TMB) è una tecnologia di trattamento a freddo dei rifiuti indifferenziati che sfrutta l'abbinamento di processi meccanici a processi biologici quali la digestione anaerobica e il compostaggio. Appositi macchinari separano la frazione umida (l'organico da bioessicare) dalla frazione secca (carta, plastica, vetro, inerti ecc.); quest'ultima frazione può essere in parte riciclata oppure usata per produrre combustibile derivato dai rifiuti (CDR) rimuovendo i materiali incombustibili
Il Combustibile Derivato dai Rifiuti (CDR), traduzione di RDF (Refuse Derived Fuel), è un combustibile solido triturato secco ottenuto dal trattamento dei rifiuti solidi urbani, raccolto generalmente in blocchi cilindrici denominati ecoballe.
Le Biomasse sono costituite dalle sostanze di origine animale e vegetale, non fossili, che possono essere usate come combustibili per la produzione di energia. Alcune fonti come la legna non necessitano di subire trattamenti altre come gli scarti vegetali o i rifiuti urbani devono essere processate in un digestore.
Con il termine biogas si intende una miscela di vari tipi di gas (per la maggior parte metano, dal 50 al 80%) prodotto dalla fermentazione batterica dei residui organici provenienti da rifiuti.
Il biocarburante è un propellente ottenuto in modo indiretto dalle biomasse: grano;mais;bietola;canna da zucchero ecc.
Il cippato è legno ridotto in scaglie con dimensioni
variabili da alcuni millimetri ad un paio centimetri.
Viene prodotto a partire da tronchi e ramaglie attraverso la
cippatrice.Può
essere utilizzato come
combustibile o
come materia prima per processi industriali.Il cippato è utilizzato sia per la
generazione elettrica che per produrre calore o in forma combinata in impianti
di
cogenerazione.
Può alimentare sia impianti di piccola taglia (pochi kW) che grandi impianti
fino all'ordine di diversi MW.
Bricchette: sorta di stecche compattate a freddo, contenenti la parte combustibile dei rifiuti solidi (carta, plastica, materia organica, chiamato “Cdr” (Combustibile derivato dai rifiuti).