Dal “Government” alla “Governance”

In quest’ ultimo periodo tutti noi abbiamo avuto modo di assistere alle vicende interne sia a destra che a sinistra dei nuovi soggetti politici presenti nella nostra Città. Abbiamo ascoltato con interesse gli echi delle voci provenienti dalle stanze dei “palazzi”, trasferite sulle pagine dei quotidiani. Echi di voci su presunte divisioni, e discussioni più o meno accese ed animate sulle candidature. Mentre questa “animazione” a prima vista può apparire come una vera celebrazione di democrazia, analizzando più a fondo, vi si potrebbe anche scorgere la traccia di una rivalità ancora esistente tra i partiti interni che mettono allo scoperto il profilo e l’anima nascosti nel passato. Una famiglia però, già litigiosa sul nascere, è indirizzata verso la disgregazione e destinata ad un presumibile divorzio. Se questa riflessione trovasse corrispondenza in ciò che è realmente avvenuto, lo scenario futuro risulterebbe davvero dipinto a tinte fosche. Molto tempo infatti, invece che essere utilizzato per risolvere i problemi della città, verrebbe speso per le tavole rotonde,le discussioni,i chiarimenti,le promesse,i ripensamenti, le voci fuori dal coro da soffocare ecc. e tutto ovviamente  sulle spalle dei cittadini che passivamente dovranno aspettare e sopportare ancora, a scapito dei problemi irrisolti e delle emergenze. La nostra città non ha bisogno di polemiche strumentali, né sui nomi, né sul colore dello schieramento cui devono appartenere i futuri amministratori; non ha bisogno nemmeno del pettegolezzo che può far incrementare la tiratura di qualche giornale. La nostra città ha bisogno di SOLUZIONI adeguate, valide per affrontare i problemi che l’assillano da anni e che non ne fanno decollare l’economia; problemi che non producono ricchezza, che non creano nuovi posti di lavoro,che ci fanno apparire nelle posizioni più basse di ogni classifica. Un celebre statista diceva che la vera ricchezza di un paese è rappresentata dalla sua forza lavoro. Da un’analisi delle prestazioni previdenziali e sociali erogate ai residenti in Provincia risulta che 76508 persone sono titolari di pensione (fonte EPACA: 64508 INPS + 12000 INPDAP). Questo significa che circa il 40% della popolazione provinciale ha un’età avanzata e percepisce un rendita statale. Se consideriamo poi, la popolazione non lavoratrice ( bambini, casalinghe e giovani in età scolare), l’effettiva percentuale di persone che producono un reddito si assottiglia ulteriormente. Se più propriamente ci si vuol  riferire ai giovani, questa percentuale si aggira intorno al 10%. Se niente cambierà, c’è da domandarsi che cosa accadrà fra dieci anni quando molti di questi pensionati,loro malgrado, non ci saranno più e così riducendosi ulteriormente il reddito pro-capite, ci si addentrerà in un vortice di povertà sempre più profondo. Pare che da noi il processo di cambiamento che dovrebbe traghettarci dal “government” alla “governance” sia molto lento,se non vogliamo benevolmente far finta di credere che non si tenti volutamente di rallentare questo processo o di trattenere la governance in posizione di sudditanza rispetto al government . Se per “Government” intendiamo l’insieme degli assetti istituzionali di governo, con le sue attività di produzione ed implementazione delle politiche pubbliche che danno vita a dinamiche di governo piramidali e gerarchiche fondate sul principio d’autorità; e se per “Governance” intendiamo le modalità e gli effetti dell’attività di governo piuttosto che l’assetto istituzionale dello stesso,gli elementi fondamentali che dovrebbero caratterizzare i processi di governance sarebbero il decentramento amministrativo e la sussidiarietà che danno vita a dinamiche di governo a rete ,anziché piramidali o gerarchiche. In questo modo l’applicazione delle politiche con piena responsabilità dei ruoli sociali e delle professioni costituirebbe l’“AUTOGOVERNO”. Attualmente sembra che non si sia ancora trovato un sistema migliore per arrivare a decisioni democratiche tipiche della democrazia rappresentativa. Pur con tutti i suoi limiti, la democrazia rappresentativa partitica pare non aver trovato ancora un sostituto migliore. La governance invece potrebbe utilmente costituire un modo nuovo di governare, quantunque non si possa ancora pretendere di eliminare il bisogno di un governo più tradizionalmente inteso. Il modello che deve essere implementato è quello di una Pubblica Amministrazione orientata all'utente, cittadino ed impresa, fornitrice di moderni servizi, creatrice di valore"pubblico", con cui sia facile operare. Una Pubblica Amministrazione efficiente e trasparente nei suoi compiti e nel suo grande patrimonio informativo, che sia anche e soprattutto un fattore di innovazione e di competitività per il Paese. Roberto Benatti