MASSA, CARRARA E LUNIGIANA
Le elezioni per il rinnovo del Consiglio della Provincia riconducono l’attenzione sull’avvenire di questa entità territoriale, chiamata ancora una volta in causa almeno per tre motivi: la situazione economica, la conformazione del territorio, le prospettive circa il suo mantenimento.
I primi due motivi possono considerarsi atavici in quanto da sempre presenti e sempre disattesi, almeno in relazione a una presa di coscienza del loro stato e ad un progetto efficace per attenuarne le negatività.
A queste manchevolezze si aggiunge ora l’incertezza sull’avvenire dell’ente provincia, in vista della semplificazione istituzionale e del risparmio per la finanza pubblica. In favore della soppressione, infatti, si allarga la platea dei sostenitori, miranti a diminuire gli sperperi causati da duplicazioni di presenze, burocrazie insoddisfacenti, limitate e talvolta indefinite attribuzioni, che gravano sul contribuente.
Di fronte a questo stato di cose, per il quale non abbiamo ad oggi elementi sufficienti per schierarci, desideriamo fare alcune considerazioni dettate dal buon senso.
Più che con i Comuni e con la Regione, una doppia presenza della Provincia sarebbe da individuare, a nostro avviso, con la Comunità Montana. La quale, essendole stati assegnati servizi ed esazioni estesi su tutto il territorio provinciale, non ha più neppure l’esclusiva della rappresentanza unitaria delle comunità della Lunigiana. Una realtà morale e storica, quest’ultima, oggi dimezzata, dopo la separazione dal territorio di Luni, da cui origina il nome.
Cancellare l‘ente Provincia significherebbe anche provvedere alla redistribuzione delle competenze ad essa attribuite. Strade provinciali, edifici pubblici, assetto del territorio, trasporto extraurbano, gestione dei rifiuti, varie partecipazioni societarie, iniziative culturali, ed altre minori, adesso in testa alla Provincia, dovrebbero essere assegnate ad altri soggetti, prevedendo il relativo trasferimento del personale amministrativo e tecnico. Il risparmio, seppur non indifferente ma sempre limitato rispetto all’attuale costo totale, riguarderebbe l’onere delle rappresentanze politiche e relative segreterie e le periodiche spese elettorali.
Sia che l’ente provincia resti, sia che venga soppresso, l’avvenire rimane comunque oscuro per tutte le comunità coinvolte, quelle lunigianesi e quelle della costa. Esaminiamone brevemente le ragioni.
La posizione di marginalità che hanno scontato e che scontano i Comuni della Lunigiana non potrà che essere aggravata dalla soppressione della Provincia, quando, collocati in posizione ancora più periferica rispetto a centri popolosi e ricchi, avranno ancor meno voce in capitolo rispetto all’importanza e al peso goduti nell’attuale assetto e che li fa un poco arbitri nelle occasioni di contrasto tra le due entità comunali della costa, demograficamente in equilibrio e in sovente contesa.
É vero che le divisioni campanilistiche che affliggono Massa e Carrara - ma che non difettano neppure tra i Comuni lunigianesi - rappresentano per questi ultimi un inciampo e un peso, ma non riteniamo che la soppressione della Provincia apporterebbe sostanziali miglioramenti.
Sennonché una tale eventualità in questo contesto non danneggerebbe soltanto le realtà lunigianesi bensì e in maggiore misura le due città di Massa e di Carrara, a loro volta divenute marginali rispetto a Comuni più grandi, forti, ricchi e coesi.
Così la soppressione dell’ente provincia - che dal punto di vista economico potrebbe rappresentare un fatto positivo - apre da noi una serie di interrogativi e di questioni che sarebbe stolto ed irresponsabile sottovalutare o addirittura ignorare. Farcene carico vuol dire andare a riflettere con maggiore puntualità e consapevolezza sulla situazione e sulle caratteristiche che presentano questi territori, sulle potenzialità e sulle difficoltà che essi pongono, sulla disattenzione sinora avuta verso una visione complessiva e comprensoriale delle necessità di queste terre e dei loro abitanti ed infine sulle iniziative per farvi fronte, sempre, ripetiamo, in una visione generale delle problematiche.
Occorrerà, anzitutto, una presa di coscienza della necessità di un progetto a medio-lungo termine. E non v’è dubbio che in una siffatta ipotesi le riflessioni e le decisioni dovranno coinvolgere prima di tutto e pienamente i due Comuni di Massa e di Carrara. Perché soltanto dalle loro intese e da azioni condivise si potrà attendere un futuro più sereno per loro e per i Comuni della Lunigiana.
Massa 28 marzo 2008
Il Centro Studi “Alcide De Gasperi”
di Massa