E d’improvviso, fra i tetti, spuntò una palma!

Recentemente, nello spazio di pochi giorni, in un isolato della periferia di Massa, è “spuntato” un palmizio di vistose proporzioni. Troppo poco tempo,si dirà, perché una palma possa essere cresciuta fin oltre 20mt!  Infatti si tratta di una pianta finta, un guscio di plastica con qualche fronda, dentro il quale è mascherata un’antenna UMTS per trasmissioni di segnali verso i cellulari di nuova generazione. L’installazione ed il suo montaggio però, non sono stati né facile né rapido. E’ successo infatti, che alcuni residenti in zona, hanno avviato una vivace protesta ostacolando di fatto l’inizio dei lavori. Per questa ragione si sono mobilitate anche le forze dell’ordine ed in seguito anche dei “vigilantes”. Le persone, costituitesi in comitato, hanno mosso vibranti proteste verso l’Amministrazione Comunale di Massa , ritenuta responsabile di questo sopruso nei loro confronti, avendo concesso le autorizzazioni senza aver tenuto conto della ricaduta negativa che ne sarebbe conseguita. Secondo il Comitato ”Antiantenna” questo tipo di “ripetitore”,col tempo, produce danni alla salute per effetto delle emissioni elettromagnetiche, che provocano  disturbi e mal funzionamento, ad alcune apparecchiature elettroniche tipo “by-pass cardiaci”, nonché un danno di natura economica verso gli insediamenti residenziali, a causa della loro svalutazione nel mercato immobiliare. Si evita volutamente, di entrare nel merito delle valutazioni mediche ed economiche, in quanto ogni parte interessata, riferendosi a proprie fonti di informazione in materia, l’una sostiene il contrario dell’altra. In ogni caso si può sottolineare, senza tema di smentita, che la risposta del nostro organismo, di fronte a qualsiasi tipo di aggressione, è sempre comunque soggettiva. Pertanto risulta difficile fare delle valutazioni adattabili a chiunque, perché si farebbero delle analisi generiche e affermazioni valide solo su base statistica. Merita invece fare una riflessione di tipo diverso.  Dovremmo domandarci perché il numero delle antenne cresce sempre di più. La risposta più ovvia,ma anche la più dimenticata, è che aumenta il numero dei telefonini e che si vogliono sempre più potenti e con il maggior numero di opzioni possibile. Ma i telefonini senza antenna non possono funzionare!  Pertanto se si vogliono usare ( a meno che non ci si rinunci),si debbono sopportare anche le antenne! Però ecco che si riaffaccia la “sindrome Nimby” (Not In My Back Yard=non nel mio cortile) di cui sembra che molti di noi siano affetti. Procedendo nella riflessione,  se la ditta proprietaria dell’antenna ha ottenuto le necessarie autorizzazioni, il tentare di ostacolarla assume un carattere di illegalità. Casomai la protesta e la manifestazione di dissenso ha senso rivolgerle verso chi ha dato i permessi, rivendicando il diritto alla consultazione preventiva e al coinvolgimento.  Partendo dall’assunto che il mercato, solitamente lo dirige la ”domanda”, e che quindi più telefonini = più antenne, potremmo chiederci che cosa dovrebbe essere fatto e come, per prevenire il disagio dei cittadini ( non solo quelli che coraggiosamente hanno costituito un Comitato) ed il malcontento che ne deriva. Forse sarebbe opportuno predisporre, per iniziativa degli organi competenti e preposti,  una mappa dei siti possibili, su cui installare le antenne,che sia il frutto dell’analisi della domanda crescente di telefonia mobile, ed avviare incontri specifici con la popolazione residente, con lo scopo di informarla e di ascoltarne le osservazioni conseguenti. Forse sarebbe anche opportuno aprire un dibattito pubblico,mediante il quale presentare attraverso l’intervento di specialisti ed esperti, tutte le informazioni di carattere tecnico-scientifico necessarie per dissipare le preoccupazioni e dirimere dubbi e perplessità. Aspettare ad intervenire quando è troppo tardi, o per scelta politica o per ottusità, è segno di scarsa responsabilità o di incapacità, nonché di mancanza di rispetto verso la gente,  e dà origine a confusione e disaffezione nei confronti delle Istituzioni. La via da percorrere in futuro, è quella prevista dalla Legge Regionale n.69 del 27/12/2007 che detta “Norme sulla promozione della partecipazione alla elaborazione delle politiche regionali e locali”, rivolgendo all’ Autorità regionale o locale, l’invito a coinvolgere direttamente i cittadini nelle decisioni che riguardano le politiche territoriali e gli interventi con possibili impatti di natura ambientale, territoriale,sociale ed economica,  previa organizzazione di dibattiti pubblici (artt.1, 7, 9 e succ). Roberto Benatti