CENTRO STUDI “Alcide De Gasperi”

          M A S S A

 

 

         Traforo del monte Tambura:

         no a rifiuti aprioristici

 

 

            Recenti notizie di cronaca hanno dato pubblicità all’intenzione del Ministro delle Infrastrutture, il toscano Altero Matteoli, di inserire nel programma delle grandi opere pubbliche l’annoso progetto di una galleria sotto il monte Tambura. La motivazione addotta: collegare i Comuni dell’alta Garfagnana alla costa e ai servizi presenti nelle città di maggiore sviluppo. La notizia ha suscitato, né poteva essere altrimenti, dibattiti e prese di posizione.

            Il Centro Studi De Gasperi, prendendo in esame il problema, ha preparato una prima riflessione tecnica, redatta dal geologo dr. Mario Carriero suo iscritto, che sarà pubblicata nel prossimo numero del proprio giornalino L’APE.

            Un progetto di così vasta rilevanza necessita certamente di un approfondito esame, previe appropriate ricerche, per cui non dovrebbero avere cittadinanza, a parere di questo Centro Studi, aprioristiche prese di posizione, per alcune semplici e intuitive considerazioni che ci permettiamo di segnalare.

            Una prima. L’annuncio dell’opera arriva da un organo del Governo, cioè da una delle più autorevoli istituzioni pubbliche che, come tale e come tutte le altre, ha per fine l’interesse generale. Ne dovrebbe conseguire che le pubbliche istituzioni dialoghino fra loro e non si contrappongano.

            Una seconda. Se andiamo a scorrere la storia dello sviluppo di queste terre dobbiamo amaramente costatare che i suoi grandi avanzamenti li dobbiamo ad interessi e a interventi esterni  piuttosto che alle possibilità e alle forze locali: dall’industria marmifera col risolutivo contributo del capitale d’oltralpe; al turismo avviato dalle colonie marine che ebbero il pregio di far conoscere l’amenità di questi luoghi a masse di residenti altrove; alla zona industriale, autenticamente regalata al di là di progetti e fatiche nostrane. Zona industriale che non abbiamo saputo sviluppare per la nostra infantile capacità di gestirne la vita e di costruire utili relazioni industriali.

             Una terza. Se è vera la cifra di cento milioni di euro occorrenti per l’opera e che essa rappresenterebbe lavoro e occupazione per imprese e mano d’opera al di qua e al di là della Tambura, sono necessari giudizi seri e fondati prima di rifiutarla. È ben vero che altri interventi sarebbero più urgenti, ma siamo in grado di farli inserire nel piano di OO.PP. che il Governo sta predisponendo?

            Con riserva di ulteriori approfondimenti, il giudizio del Centro Studi De Gasperi sarebbe positivo ove un’attenta disamina sulla fattibilità del progetto, sulle conseguenze, sui costi e benefici – non soltanto ragionieristici – nostri e altrui dovesse concludersi positivamente. Con questi intendimenti, a nostro modesto avviso, Comune di Massa e Provincia dovrebbero mettercela tutta.