Il traforo della Tambura: il risorgere di una vecchia idea.
A Massa si è sempre parlato di un traforo che mettesse in comunicazione la Garfagnana con Massa ovvero il versante marittimo delle Alpi Apuane. Oggi sulla scorta di qualche frase detta in alto loco, l’idea è ritornata in auge. Nel 2009 la fattibilità di tale opera da un punto di vista tecnico non ha troppi ostacoli, salvo i particolari, poiché le tecniche sono molto avanzate rispetto al passato. L’Italia poi, paese per costituzione geotettonica soggetto al disastro geomorfologico, ha forgiato addetti ai lavori di grande capacità nel campo, assenti invece in altri paesi d’Europa perchè privi di un campo sperimentale come quello dell’Appennino italiano, per cui non esistono forti problemi sia progettuali sia esecutivi per una tale opera. Tralasciando quindi la fattibilità, la domanda che sorge è soltanto sulla necessità. Che essa da Resceto vada a Vagli, o da Forno a Gorfigliano, con una galleria unica di circa 10 Km di lunghezza o anche meno, ciò che oggigiorno si deve considerare è a cosa dovrà servire una tale opera di costo piuttosto elevato.
Dato che si tratta di un’opera interprovinciale essa diventa appannaggio della Regione che dovrà valutare l’importanza della stessa nel sistema infrastrutturale ed economico regionale, ma oggi i tempi non sembrano propizi. Se le due Province si accollassero la spesa dell’intervento che quindi non graverà sull’economia della Regione, questa sotto tale aspetto avrà forse poco o nulla da dire, ma alla Regione rimarrà la decisione sulla fattibilità dell’opera sotto il profilo ambientale ed interstrutturale in relazione ai Piani Strutturali del territorio in essere. Andando ad esaminare questo aspetto, per Legge devono essere posti al vaglio degli organismi preposti, almeno tre progetti che diano modo di valutare i risultati territoriali e ambientali della richiesta. Se uno di tali progetti è quello ritenuto più valido e quindi consono alle necessità dei propugnatori locali sia di Massa sia della Garfagnana, esso dovrà essere accompagnato da progetti di adeguamento delle viabilità esistenti perchè l’opera da intraprendere la quale avrà un forte impatto ambientale, si giustifica soltanto con una buona ricaduta sulla realtà socioeconomica dei due versanti apuani. Il progetto sposato dalle realtà economiche ed amministrative locali, dovrà inoltre essere corroborato da tutta una serie di studi propedeutici in tutti i settori che sono coinvolti nell’intervento sia di tipo strettamente tecnico, sia di tipo strutturale, sia di tipo paesaggistico, sia di tipo ambientale, sia di tipo economico, e così via. Si deve cioè formare un quadro piuttosto approfondito dell’intervento per dare ai vari Enti ed Organismi che dovranno giudicare e giustificare l’opera, gli elementi di fondo che saranno di supporto all’assenso finale del Consiglio regionale. Come si può arguire una richiesta del genere anche se sostenuta dalle Amministrazioni locali, ha necessità di un accredito tecnico e socioeconomico non indifferente e di costo elevato già in fase di studio. Bisognerà fornire prima agli organismi preposti poi ai politici, elementi di giudizio veramente fondati per giungere alla scelta. Non è un problema perché esistono in Toscana team di lavoro appositi di garantita capacità ed esperienza.
È da domandarsi : oggi, anno 2009, a cosa serve una tale opera? Gli argomenti di risposta possono essere i più vari. Un dato obiettivo è che l’utilizzo del traforo sarà tanto maggiore e migliore quanto più esso lo si renderà accessibile. Di conseguenza sarà importante la lunghezza ed il dimensionamento della galleria, ma anche l’impatto minore con il paesaggio e l’ambiente, l’idraulica delle rocce e la salvaguardi delle falde idriche, la stabilità dei versanti d’ingresso e molti altri fattori d’interferenza . Altrettanto importante saranno le vie di accesso agli imbocchi che devono essere adeguate e di facile scorrimento ossia per l’esistenti, allargate e variate rispetto allo stato attuale per facilitare il traffico che è il polso dell’importanza dell’opera. Questa va infatti dimensionata in previsione dell’utilizzo a lungo termine e sulla previsione degli sviluppi locali specie della parte interna della catena apuana. In tale contesto gli imbocchi dovranno trovarsi in località ed a quote di facile raggiungimento e di fruibilità continua, ossia anche in tutti i periodi nevosi. Nel caso di Massa per fare un esempio riferito ad una delle indicazioni date sopra, una tale opera per essere veramente utile porterà ad un completo ampliamento delle vie di fondovalle del fiume Frigido con un impatto che si hanno dubbi possa trovare l’assenso degli ambientalisti e degli organi preposti a tale salvaguardia. D’altra parte volendo riferirsi ad un’opera meno incisiva come potrebbe essere una galleria più breve e dimensionata sul tipo di quelle esistenti (e.g. Pian della Fioba) e collocata a quote più elevate, ma forse con necessità di una viabilità d’accesso idonea, l’impatto seppure possa essere più contenuto, non verrebbe meno e così tante altre delle problematiche accennate che potrebbero anche essere superiori.
Seppure fattibile a che pro una tale opera? Sarà una valvola di sviluppo dei paesi dell’alta Garfagnana per cui gli abitanti potranno arrivare più facilmente sulla costa del mare dove c’è un certo sviluppo industriale, o per meglio dire artigianale ? Migliorerà il rapporto turistico tra i due versanti apuani visto che l’Italia non possiede altro ormai che l’industria del turismo? Questo sembra essere l’unico vantaggio, certo un po’ risicato sotto un profilo economico d’ampio raggio. Si dirà: e il marmo? La produzione della Garfagnana potrà arrivare più facilmente sul mercato internazionale rappresentato dalla piazza di Carrara. Ma per quanto durerà in questa città, se ancora lo possiede, questo valore di centro internazionale dell’industria del marmo? Non è da trascurare che i mercati nel tempo vanno modificandosi, e il carattere di centro internazionale va scemando e diminuirà ancor più nel futuro perché quella del marmo è un’industria di paesi emergenti dato il basso valore aggiunto. Potrà nascere in alta Garfagnana un polo industriale (?) e artigianale valido, connesso a quello esistente nel versante opposto? Se le infrastrutture come la galleria saranno adeguate, d’acchito la risposta potrebbe essere si, ma al momento sia per la configurazione della valle, sia per la sua ubicazione, non se ne vedono le prospettive.
I temi per scelta sono molti. Spetterà ai politici ed agli economisti sciogliere il nodo se esiste sulla base di studi e ricerche di mercato serie e valide.