Un nuovo modello di Welfare. Le opportunità’ di sviluppo previste dal nuovo Piano di sviluppo rurale della Regione Toscana (2007 – 2013).

Nel numero di Vita Apuana della scorsa settimana avevamo introdotto i concetti di “government” e di “governance”, applicabili alla Pubblica Amministrazione. Alla luce del quadro provinciale sulle prestazioni previdenziali e all’ineludibile tendenza verso una riduzione del reddito procapite, ci è parso opportuno aprire una riflessione su quali opportunità occupazionali  possano essere offerte alla forza lavoro della provincia e ai giovani in particolare. A tal proposito abbiamo girato questa domanda al Dr. Emanuele Bertocchi Responsabile del Patronato EPACA della Coldiretti, il quale così si esprime:

“La sfida diventa quella dei “Servizi di Interesse Generale” (s.i.g.), su cui la Unione Europea ha posto l’attenzione in vista di una nuova normativa con la quale aprire uno scenario di servizi di welfare che sono da considerare “pubblici” non perché siano statali, ma in quanto sono di interesse generale a prescindere dalla natura dell’ente proprietario o erogatore del servizio. E’ in questo nuovo rapporto ribaltato  Stato _Cittadino,  che vede una società civile  più informata, che attiva reti organizzate per risolvere autonomamente i suoi problemi, reti che non necessitano di un “governement” (potere vincolante) ma di una “governance” (coordinamento aperto), che si apre la vera sfida di un nuovo welfare, dove società civile e istituzioni hanno le stesse responsabilità nel trovare soluzione alle sfide del nostro tempo. Compito delle istituzioni è quello di fare in modo che le risorse necessarie al loro funzionamento costituiscano un investimento per lo sviluppo e la promozione, di processi di “governance” in grado di radicare “servizi di interesse generale” sul territorio.  

E’ in corso un significativo mutamento nei processi decisionali di formazione degli indirizzi e di allocazione delle risorse, si pensi ad esempio all’incentivazione delle filiere corte, sia nel campo della produzione di beni agroalimentari che in quello di fornitura dei servizi. In questo campo  il rivoluzionario riconoscimento giuridico dell’impresa “agricola multifunzionale”, chiamata oltre a produrre “alimenti e fibre (sani e di qualità), a modificare il paesaggio, contribuire alla gestione sostenibile delle risorse, alla preservazione delle biodiversità e a mantenere la vitalità economica e sociale delle aree rurali, favorendo lo sviluppo di attività e prestazioni socio assistenziali che vadano ad arricchire la rete locale dei servizi e delle opportunità sociali, come prevede la legge d’orientamento del settore agricolo Decreto Legislativo 18 maggio 2001, n. 228 e l’Asse del 3 del nuovo Piano di Sviluppo Rurale 2007 – 2013. In questo senso straordinari sono i cambiamenti istituzionali in corso. Tanto a livello europeo – come le iniziative del vertice di Lisbona e la Carta dei Diritti Fondamentali – che a livello nazionale, soprattutto in seguito alla modifica del titolo V della Costituzione, occorre quindi favorire la creazione di nuove forze sociali che sappiano cogliere le sfide dei nostri tempi, che possano agire a prescindere dalla sensibilità della classe politico istituzionale, come soggetti attivi nella creazione di un nuovo modello di welfare, in grado di “costruire” partendo dalla loro “mission” servizi di interesse generale, elementi basilari per l’affermazione del bene comune.”

Roberto Benatti